Carnevale.

E’ l’ultimo giorno di Carnevale e ho passato tutta la settimana chiusa in casa col raffreddore. Pare che l’influenza quest’anno abbia questa forma, qualche decimo e solo un gran raffreddore. Coriandoli a parte, ho perso anche un fine settimana fuori porta in cerca di neve. Quindi, non dico che sono stata a fissare a braccia conserte un solo profilo facebook in attesa di vedere un post di scuse, ma quasi. Ero sinceramente fiduciosa ma niente.
Invece delle scuse, ho dovuto leggere nuove imbarazzanti dichiarazioni oltre a quelle già ampiamente conosciute. Riporto: “(la Sindaca) veste i panni di vittima e mette in moto una devastante azione denigratoria su testate giornalistiche e persino televisive”. Caro concittadino, sulle testate nazionali ci si è messo lei con le sue mani, che per quanto vogliamo crederla importante, la nostra sindaca non lo è abbastanza da muovere tutti proprio tutti i giornali nazionali. Anche se li avesse chiamati uno a uno, i giornali hanno risposto volentieri, ben contenti di sbatterla in prima pagina. E aggiunge: “se un passaggio del mio intervento è stato interpretato male (…) me ne dispiace” . No, non si preoccupi non abbiamo interpretato, era tutto molto chiaro.
Quando ho letto queste nuove dichiarazioni mi sono sentita come un minion afflitto. I bambini li conoscono, i Minions sono esseri piccoli e gialli che parlano una lingua che nessuno che non sia un minion può comprendere. Sono tanti e di buona volontà ma quando qualcosa non li riesce, abbassano le braccia penzoloni e se ne vanno dondolando di qua e di là. Un buffo e infimo stato.
Mi sono chiesta se il mio ultimo post non sia stato troppo comprensivo. Mi pento di aver accostato certi modi al nostro passato patriarcale.  Certe volte è così, certe altre no. Alcuni modi sono più vicini all’arroganza del nuovo millennio. E su questo non ho proprio niente da dire.

Per fortuna le mascherine che ho visto (in foto) in piazza mi hanno scaldato il cuore questa settimana. Ho intravisto un bambino vestito da crociato e un bambino vestito da ammiraglio col cappello nero e manto rosso. Li ho trovati molto eleganti e originali. Quando ero piccola negli anni 90 c’era questa moda degli incappucciati, un travestimento usato solo per dare fastidio senza farsi riconoscere. Devo a loro il mio terrore per il Carnevale. Io mi vestivo sempre da fatina con la bacchetta magica. Il vestito era sempre il solito modello, un anno rosa, un anno blu, ma quello era. Bacchetta magica di legno rivestito di carta dorata comprata in cartoleria con stella in cima e cappello di cono di cartone col volant in punta, fatto in casa. Ricordo che lo prendevo molto seriamente quel travestimento. Ma il bello era che eravamo vestite tutte uguali, era un vestito gettonatissimo tra le mie compagne di classe e tra le mie cugine. Eravamo tutte magiche e col potere, prima di diventare minion. Sono invece triste che i bambini si siano dovuti vestire da militari per ricordarci che la guerra è brutta. Grazie per averlo fatto ragazzi.

Dato che questo articolo cade nel vuoto senza lieto fine, approfitto per ringraziare il caldo abbraccio di tutti coloro che mi hanno scritto questa settimana. Sono molto contenta dell’accoglienza e ringrazio tutti di cuore.

Buon inizio di Quaresima.

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